martedì 13 novembre 2007

Informatica / Dedicati / HTC Advantage


Alla fine mi sono deciso per l'Advantage !

La decisione di prenderlo era in aria da quando il MobilePro "perse l'uso" della tastiera, ritirandosi in una dignitosa pensione come apparato di backup.

Ho sperato a lungo che lo Shift fosse una alternativa migliore, ma dopo avere visto le specifiche definitive mi sono rassegnato alla idea del palmare "classico".
Lo schermo è, nonostante tutto, un pò piccolo, e la risoluzione bassa, ma rimane l'unico PDA in circolazione che risponda alle mie "specifiche":
- lunga autonomia
- schermo adatto alla navigazione
- tastiera
- connettività UMTS e WiFi
L'Advantage in più ha Bluetooth, GPS e un disco da 8 GB

giovedì 18 ottobre 2007

Audio / Autocostruzione / Diffusori / QNPS-2 - Il progetto: crossover

La "filosofia" NPS imporrebbe un numero infinito di vie, ognuna collegata a cluster di altoparlanti di geometria differente.
Oltre ai problemi di costo, complessità et c., ci sono in realtà diverse limitazioni pratiche.
Prima di tutto, al di sopra dei 5 KHz le lunghezze d'onda sono difficilmente "rappresentabili" con trasduttori che comunque hanno dimensioni di vari centimetri.
In secondo luogo, alle basse frequenze le lunghezze d'onda diventano enormi, e comunque poco significative dal punto di vista NPS (è molto difficile "localizzare" una sorgente a queste frequenze).
Inoltre, è buona pratica realizzare le vie in modo che coprano almeno due ottave: questo sia per semplificare la gestione degli incroci, sia per cercare di limitare l'emissione di armoniche della stessa fondamentale da parte di trasduttori diversi (problema peraltro intrinseco ai difusori multivia).
Tenendo conto di tutto ciò, il massimo sarebbe realizzare un cinque vie con le seguenti frequenze di taglio: 80, 320, 1k25, 5k, corrispondenti a lunghezza d'onda "centrali" di m 8.5 , 2.1 , 0.51 , 0.13 , 0.034.
Con frequenze così vicine sicuramente si dovrebbe giocare un pò con le pendenze di taglio.
Una possibilità potrebbe essere adottare un Rane AC 23B, che in mono permette cinque vie e varie pendenze.

Audio / Autocostruzione / Diffusori / QNPS-2 - Il progetto: struttura e geometria

La struttura è condizionata da:
- le "esigenze" dei vari trasduttori in termini di pannello a dipolo
- la geometria NPS, dove realizzabile
- la forma del pannello per minimizzare risonnaze , diffrazioni et c.

- tweeter: considerato il range ipotizzato, qualsiasi sia la forma del pannello, questo verrebbe"visto" dal trasduttore come un piano praticamente infinito (relativamente alla lunghezza d'onda). Eventuali effetti di diffrazione riguarderebbero frazioni di segnale insignificanti, grazie alla elevata direttività, Non credo ci siano particolari ricadute sulla geometria complessiva, a parte le solite accortezze sull'accoppiamento "flat" al pannello.

- mid-high: vale quanto visto per il tweeter, salvo l'eventuale accortezza di un minimo di raccordo sugli spigoli dei pannelli. In considerazione delle lunghezze d'onda interessate ci siorienterebbe verso un trasduttore singolo, idealmente un ribbon di circa 10 cm.

- mid-range: l'interasse previsto (mezzo metro) non comporta particolari vincoli sulla struttura. Probabilmente sono invece ancora presenti effetti da diffrazione: volendoli tenere in considerazione alla frequenza più bassa (320 Hz), andrebbero stondate le estremità con un raggio di almeno 1/8 della lunghezza d'onda cioè più di 10 cm !
Questa è probabilmente la criticità maggiore di progetto.

-woofer: tagliando le cinque vie in modo regolare gli altoparlanti dovrebbero coprire dagli 80 agli 320 Hz, con un interasse di circa 2,1 m. Il problema è che un dipolo classico (seppure con alette) sarebbe molto ingombrante in larghezza a 80 Hz (circa 1,3 m) e quindi si dovrebbe utilizzare qualche variante H-frame.
Una alternativa interessante sarebbe sfruttare la presenza del sub-woofer per limitare la banda a circa 160 Hz, frequenza alla quale si potrebbe ancora realizzare un dipolo efficente senza antiestetiche strutture extra. Nulla vieta naturalmente di compensare invece il roll-off "di forza bruta", sopratutto considerato i buoni risultati in questo senso delle QNPS-2.
Il problema potrebbe essere piuttosto quello di allocare parte della banda "voce" al sub-woofer, con coloriture e geometrie completamente diverse dai woofer. Inoltre una banda così importante compressa ad una sola ottava potrebbe creare delle criticità di taratura. Potrebbe allora diventare pagante un corrispondente "scorrimento" in alto di un ottava di tutte le frequenze di taglio superiori.
Dimensionerei inizialmente il pannello per una frequenza di taglio di 160 Hz, magari con una pendenza molto ripida, riservandomi di abbassarla successivamente nei limiti di correzione permessi dal DSP.
Tutto questo avrebbe naturalmente forti implicazioni sull'interasse, che scenderebbe nell'ipotesi "taglio-alto" a circa 1,5 m, liberando spazio verticale per il sub-woofer, per l'elettronica e limitando lo sviluppo complessivo richiesto.


sub-woofer: assodato che sarebbe un unico cono, e che andrebbe posizionato in basso (per beneficiare del "riflesso" del pavimento) la cosa più razionale sembrerebbe una versione del "ripole". Questo permetterebbe montare l'altoparlante verso il basso limitando l'ingombro complessivo e permettendo il posizionamento del woofer più in basso.
Dal punto di vista strutturale si tratta di realizzare il subwoofer come una base (magari indipendente) su cui montare il pannello.
La geometria deve essere tale da permettere l'emissione di frequenze fino a 300 Hz, in modo tenere conto di "sbavature" nel cross-over, e della possibilità di dover utilizzare l'altoparlante al di sopra delle frequenza "sub" classiche.

mercoledì 3 ottobre 2007

Audio / Autocostruzione / Diffusori / QNPS-2 - Il progetto: i trasduttori

La scelta dei trasduttori si presenta semplificata rispetto alle QNPS-1, in quanto le vie coprono appena due ottave l'una.

Tweeter: vista l'ottima riuscita confermerei il BG Neo3PDR

Mid-High: una buona accoppiata con il Neo3 è sicuramente il Neo8: stessa "timbrica" e risposta molto lineare nell'intervallo ipotizzato (1K2 ~ 5K). Inoltre la dimensione del trasduttore è della stessa grandezza delle lunghezze d'onda interessate.

Mid: per i medi le possibilità sono molte, visto la banda piuttosto modesta richiesta (315 ~ 1250) . Le alternative al momento sono:

TB W4-1337S (a questo punto un overkill, ammesso che siano ancora reperibili)
TB W4-639SE (4", 8 Ohm, 6 g)
Morel MW 114-S (4", 8 Ohm, 7g, Neodymium)

Woofer: vista l'ottima riuscita confermerei i Peerless SLS12

Sub: per il sub si potrebbe recuperare l'idea iniziale per i woofer QNPS-1: il Dayton IB 385 da 15". Anche perchè a queste frequenze l'NPS non ha molto senso e quindi si potrebbe usare un solo altoparlante. In questo caso probabilmente bisognerebbe mettere in bridgre un paio di mono, perchè purtroppo è disponibile solo a 8 Ohm. Nel caso invece si volesse adottare un push pull "alla linkwitz" i 15" sarebbe un pò troppo sovradimensionati, sia come potenze che come ingombro e si tornerebbe ai 12 ", magari con maggiore escursione (tipo Peerless XLS12)

martedì 2 ottobre 2007

Audio / Autocostruzione / Diffusori / QNPS-2 - Il progetto: l'amplificatore


Il 99% degli amplificatori commerciali sono basati sostanzialmente su finali push-pull in classe AB.
E' un circuito pulito ed efficiente, con una infinità di varianti possibili.
Migliorare la qualità del segnale (e la sua gestione in situazioni critiche) oltre questo "standard" non è affatto facile, checchè ne dicano i vari sostenitori di questa o quella tecnologia più o meno esoterica; non fosse altro che per il collaudatissimo progetto in migliaia di versioni e milioni (!) di esemplari.

Tra le tecnologie che trovo interessanti ci sono:

- amplificatori a valvole
Personalmente non trovo delle differenze così evidenti nel suono "valvolare", ma ho fatto poche prove d'ascolto in ambienti non certo idonei (fiere et c.). In teoria i dispositivi a stato solido possono emulare le curve delle valvole (MOSFET), ma sicuramente ci sono tantissimi altri parametri che possono influire. Di sicuro hanno molti svantaggi "pratici", tra cui tre fatali per l'applicazione nel progetto: l'ingombro delle valvole e dei trasformatori di uscita, l'esigenza di alimentazioni ad alta tensione (difficilmente integrabili nella struttura) e la scarsa potenza (le QNPS-1 hanno dimostrato di richiedere un centinaio di watt , almeno per i woofer).
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- amplificatori in classe A
Un set di mono in classe A sarebbe sicuramente allettante, sopratutto considerato che la potenza andrebbe distribuita su cinque moduli diversi. I problemi sono due: la difficoltà di trovare moduli (a un costo ragionevole) della potenza necessaria (i Marantz, in realtà, rimangono in classe A fino a una decina di watt); e la spaventosa quantità di calore che emettono.
Anche ammesso di tollerare la "stufetta" risultante, sarebbe piuttosto difficile integrare in modo efficiente i mostruosi dissipatori necessari.

- amplificatori in classe D
I cosidetti amplificatori in classe D hanno caratteristiche estremamente interessanti: oltre a essere compatti come circuito, richiedono pochissimo spazio per i radiatori, vista la loro elevatissima efficienza.
Possono pilotare carichi a bassa impedenza e sono disponibili in varie configurazioni e potenza.
Nonostante la diffidenza iniziale, stanno conquistanto vaste schiere di audiofili, attirati dalla semplicità di progetto (alla fin fine è un semplice chip) e dalla supposta economicità. Su quest'ultima ci sarebbe da ridire: i miei Marantz PM7200 sono costati molto meno di un kit Hypex, considerando alimentazione, chassis, connettori et c.
L'unico vero problema è che sono sostanzialmente delle scatole chiuse: finisce il bello dell'autocostruzione, dove il fine vero è quello di "capire" a fondo quello che si costruisce.

- amplificatori senza retro-azione
Qulche tempo fa ho fatto un pò di chat con Roberto Delle Curti, grande guru della filosofia "contro-contro-reazione".
Tecnicamente il discorso mi sembra ineccepibile, anche se è (per me) difficile valutare gli effetti sulla qualità del suono della (assenza di) contro-reazione.
Ancora più difficile è per me capire come un circuito "completamente" senza contro-reazione (specialmente allo stato solido) possa essere stabile.
Di fatto questi amplificatori vengono realizzati, con ottimi risultati. Che dipenda poi dalla contro-reazione o dalla estrema qualità del progetto, dei componenti e dell'assemblaggio, è sempre opinabile.
Una via di mezzo, che Roberto aborrirebbe senz'altro, potrebbe essere quella di gestire la parte di segnale in modo "convenzionale" (operazionali, retro-azione et c.), e quella di potenza con moduli senza retroazione. L'idea è che il ritardo introdotto nella catena di reazione, e le "reazioni" da parte dei componenti induttivi, sono più critiche nella parte di potenza, collegata agli altoparlanti.

Ho scartato a lungo quest'ultima possibilità, perchè a parte pochi prodotti "high-end" (dai costi impronunciabili e con la solita retorica del cavo di oro "a basso rumore"...), non c'erano prodotti alla portata dell'autocostruttore.
Ultimamente invece ho scoperto che esistono da tempo dei moduli della LC Audio (guarda caso danese...), i Millennium XP (ex The End), di collaudata produzione.
Questi moduli mono sono disponibili in molte configurazioni diverse, ragionevolmente efficienti, e dispongono come opzione (bontà loro...) di UN loop, concessione alla funzione di DC servo alle basse frequenze.
La documentazione per una volta è molto buona, e si vede che il prodotto è pensato per il mercato amatoriale (schemi disponibili, componentistica sfusa et c.).
I costi non sono certo quelli dei modelli commerciali di serie, ma neanche stratosferici.

Penso quindi di dimensionare inizialmente il progetto in base a questi componenti.

Audio / Autocostruzione / Diffusori / QNPS-2 - Il progetto


Durante la realizzazione delle QNPS-1, oltre a farmi un pò di esperienza pratica, ho cominciato a pensare alle possibili evoluzioni del progetto.

Direi che gli sviluppi potrebbero andare in due direzioni:

a) migliorare le specifiche di progetto e

b)risolvere i problemi / limitazioni incontrati nella prima implementazione


Per quanto riguarda le specifiche, gli sviluppi possibili sono al momento i seguenti:

- integrazione dell'elettronica nel diffusore. Questo semplificherebbe di molto il cablaggio complessivo e diminuirebbe le incognite relative al Qt alle basse frequenze.

- sostituzione degli amplificatori commerciali con mono di altà qualità (classe A ? classe D ?valvole ? open end ?). Questo, oltre a (forse) migliorare la resa sonora, garantirebbe una baseline consistente su tutti i canali, e semplificherebbe l'integrazione di cui sopra.
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- aumento delle vie. Senza rischiare troppo con gli incroci da cross-over, si potrebbe tentare un cinque vie (due ottave per banda): Sub, Woofer, Mid, Mid-High, Tweeter. Questo migliorerebbe l'approssimazione spaziale secondo l'NPS.

- gestione degli effetti da diffrazione. Dimensioni permettendo si potrebbe pensare ad una geometria che migliori la situazione, almeno per i medi.

Per quanto riguarda le attuali limitazioni, sicuramente si potrebbero avere dei miglioramenti nelle seguenti aree:
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- semplificazione del montaggio. La sequenza del montaggio va pensata a tavolino, in modo da da poter incollare pezzi di questa dimensione anche da soli ripettando le tolleranze previste.
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- interfaccia struttura-pannello. Se si mantiene l'attuale geometria, va progettato subito il sistema di montaggio del pannello "dipolo semplice" sulla struttura "dipolo H-frame".
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- migliorare la finitura. I tubi vanno incastrati senza cordoli a vista e i componenti vanno verniciati prima dell'assemblaggio finale.
Per il momento decido di dividere i post relativi alle varie parti del progetto:
- struttura e geometria
- trasduttori
- cross-over
- amplificatore

Audio / Autocostruzione / Elettronica - Contattore


Molto spesso i sistemi integrati dispongono di un bus di controllo che permette di mettere stand-by tutti gli apparati con un unico controllo.
Nel mio caso, è una bella comodità: i miei apparati infatti sono sparpagliati per tutta la stanza, e sicuramente inviargli un segnale stand-by è più razionale che ricablare tutto l'impianto elettrico !
Purtroppo questo è possibile solo con apparati predisposti: per gli altri non resta che collegarli alle prese controllate.
Negli impianti più economici le prese posteriori vengono alimentate all'accensione dell'apparato, mentre in quelli un pò più rifiniti vengono controllate tramite la funzione di stand-by, come nel caso dei miei Marantz.
Il problema delle prese controllate però è il carico che sono in grado di sopportare: di solito è molto basso, e considerato gli spunti che sono in grado di generare i megacondensatori degli impianti ad alta fedeltà, non è un problema da poco.
Per dare un esempio, il Marantz PM7200 dichiara appena 100 W complessivi sulle prese.
Per risolvere il problema ho pensato di adottare un piccolo contattore: un semplice relay normalmente aperto controllato da una bobina a 220V.
In questo modo l'assorbimento sulle prese è limitato alla corrente di eccitazione della bobina, che è assolutamente irrisoria.
Davo per scontato che esistesse una ciabatta già bell'e fatta, e invece alla fine ho dovuto realizzarla da me... come al solito !
In pratica ho dovuto assemblare in un piccolo quadretto elettrico il contattore ed una presa, collegando al primo il "segnale di controllo" (l'uscita 220V delle prese controllate), e alla seconda l'alimentazione tramite il relay.
Il tutto per un costo di circa 30 €.
Per la serie "i risparmi stupidi" ho preso il relay più economico (20A, 4500 W...), senza notare che quello appena più costoso era marcato "silenzioso"... e ora ho capito perchè !
All'accensione fa un CLACK che sommato al BUMP dei woofer fa temere che sia per esplodere tutto...
Comunque funziona bene, oltretutto introducendo un piccolo ritardo nella sequenza di accensione, il che non fa mai male.

Audio / Autocostruzione / Elettronica - Volume


Un problema che mi sembra prima o poi tutti gli autocostruttori incontrano è quello, apparentemente banale, di controllare il volume.
Quando si comincia ad collegare una catena di apparati di vario tipo, ognuno di questi "vorrebbe" all'ingresso un "certo" segnale per il quale le prestazioni di rumore, impedenza et c. sono "ottimali".
Di solito i problemi sono di tre tipi:
a) il segnale è troppo debole (in qualche parte della catena) e il rapporto segnale / rumore degrada
b) il rapporto S/N è buono in analogico, ma poichè il segnale è in assoluto basso viene campionato con scarsa risoluzione in digitale
c) il segnale è troppo forte (la situazione peggiore in assoluto, perchè l'elettronica satura distorcendo molto il suono).
Bisogna dire che in passato la situazione era molto peggiore, a causa della molteplicità di sorgenti differenti (phono...), per cui era essenziale avere un preamplificatore in grado di "normalizzare" il segnale (tensione, impedenza, spettro...) senza degradarlo eccessivamente.
Adesso molte sorgenti sono digitali, e sopratutto le uscite sono più standardizzate, oltre ad avere quasi sempre impedenze molto poco problematiche (e nel caso dei segnali digitali, irrilevanti) .
I livelli dei CD per esempio, oltre ad avere una gamma dinamica intrinsicamente pre-definita, sono quasi tutti normalizzati sul picco più alto. Ci sono naturalmente eccezioni: per esempio i CD dei Muse stranamente hanno sempre picchi di una decina di dB superiori allo standard...

Comunque, alcuni arrivano a costruire dei potenziometri multipli (motorizzati e con procedure di taratura "micrometriche"..) in modo da variare il volume finale intervenendo (anche in modo differenziato) su tutti i vari guadagni nella catena.
Nel mio caso i problemi sono due: il convertitore bilanciato/sbilanciato (ART Cleanbox) a monte dei finali, e il DSP (Behringer DEQ2496).
Nel primo caso, ho scoperto che, a parità di uscita, variando in un senso o nell'altro il guadagno rispetto ad un valore medio, il rumore aumenta in modo sensibile. Questo purtroppo è un comportamento tipico degli operazionali (è avvertibile anche sui finali), ma non pensavo potesse "sentirsi".
Nel secondo caso, sentendo musica a basso volume, ho la sensazione che il DSP lavori male (un suono più opaco); questo lo ho verificato varie volte facilmente grazie ad un controllo che permette di variare facilmente il segnale in ingresso (e in egual misura in uscita) sul DEQ, a parità di volume.
Ho quindi un problema di dinamica, sopratutto perchè a me piace sentire musica rock ad alto volume (o forse sono un pò sordo...), mentre mia moglie sente musica più classica a basso volume.

venerdì 28 settembre 2007

Informatica / Hardware - MomoDesign MD-@


Dopo molti tentennamenti e prove con altri modem, per accertarmi della presenza del servizio UMTS, mi sono deciso a prendere questa pennetta per collegarmi da casa (ADSL non è disponibile nella mia zona).

Nonostante il segnale sia debole (il sw in dotazione riporta tra il 30 e il 50% del segnale), la connessione è molto stabile e, con mia grande sorpresa già in high speed (HSDPA).

Come ormai triste consuetudine la documentazione è assolutamente carente. A parte il solito italiano "improbabile", per avere una idea del significato delle spie sono dovuto andare a caccia sui vari forum (per la cronaca D=Data, G=GSM/GPRS, W= WCDMA). I tab con le statistiche del mese corrente e del mese passato sono invertite, et c. et c.
Persino il venditore della TRE si è detto impossibilitato a darmi qualsiasi informazione tecnica.

Molto comoda l'idea dei driver sulla memoria della penna, anche se l'istallazione di fatto è risultata un pò macchinosa.

Il sw di gestione, tanto per cambiare, non si accontenta di aggiungere una connessione normale, ma istalla dei driver "paralleli", per cui si è obbligati a lanciare un eseguibile e stabilire la connessione manualmente; inoltre se si chiude il programma va rifatto il plug&play della penna. Se le compagnie telefoniche (il modem è distribuito con gli abbonamenti TRE) pensano davvero di fidelizzare l'utente facendo questi giochetti, stiamo freschi.

Tecnicamente, comunque, un ottimo prodotto.

mercoledì 26 settembre 2007

Motociclismo - Mauro è caduto !


Mauro, detto Fermone, è caduto sulla Cento Curve.
Mauro è uno dei fondatori della community dei MotoFermoni, una simpatica congrega che si raduna spesso per fare gite in moto.
Recentemente aveva "ri-scoperto" il super-motard e si divertiva con una bellissima KTM. Un ragazzo simpatico e generoso.
Adesso è in rianimazione a Terni, in coma e con lesioni gravi.
Sono uscito qualche volta con lui, e anche sulla Cento Curve. E' sicuramente un motociclista in gamba, e certamente non spericolato.
Il problema è che essere "non spericolato" ormai non basta più.
Adesso mi rendo conto che è da un pò che non esco con loro perchè per mantenere i loro ritmi devo erodere tutti i margini che normalmente mantengo. E questo nonostante i partecipanti siano veramente gente a posto e senza istinti suicidi (o omicidi).
Sicuramente i miei limiti sono molto più bassi dei loro (molti sono ragazzi giovani con attività sportiva in pista). Però tutte le volte che ho chiesto cosa avrebbero fatto se un cane gli avesse tagliato la strada, ho avuto il classico sguardo del motociclista, tra lo scaramantico e l'incredulo: "ma che me la stai a tirà ?!"
Spero di rivederlo al più presto in sella.

Motociclismo - Massimo è caduto !

Massimo, un mio collega "scooterista" ha avuto un'altro incidente.Dopo aver passato un lungo periodo tra la vita e la morte (coma), ha voluto ritornare in moto.
Questa volta se l'è "cavata" con costole rotte, spalla lussata, caviglia slogata...
Spero che rientri nella piccolissima fetta di probabilità delle "fatalità" e che l'incidente precedente gli abbia fatto cambiare stile di guida... anche se pare che la macchina abbia "svoltato a destra", il che mi fa temere che stesse sorpassando a sua volta a destra.
Sembrerebbe il classico incidente all'incrocio, investito da una macchina, chiederò dettagli appena sta meglio.
Da quello che ha riportato la moglie, e considerato le ferite, probabilmente con abbigliamento protettivo avrebbe ridotto di molto i danni: sembra infatti che fosse in maniche di camicia.

martedì 25 settembre 2007

Motociclismo / Accessori / Abbigliamento / Guanti - Dainese Jerico



I miei guanti sintetici intermedi: sono completamente inpermeabili e ragionevolmente protettivi.
L'interno è in pile: a freddo sono estremamente gradevoli sulla pelle, ma se si suda un pò tendono ad "appiccicarsi" e diventano scomodi da indossare e levare.
In realtà sono talmente caldi che spesso li preferisco a quelli pesanti, anche se questi sono molto aderenti ed è praticamente impossibile calzarli sopra dei sotto-guanti.

Come sempre ho il problema del palmo troppo "giusto", avendo scelta la taglia ottimale in base alla lunghezza delle dita.

In più, essendo completamente sintetici, non mostrano di adattarsi dopo una intera stagione invernale: sono abbastanza elastici e flessibili, ma non cedono neanche a cannonate !

Motociclismo / Accessori / Abbigliamento / Guanti - Dainese Dual



I miei guanti di pelle "da passeggio"...

Intendiamoci: sono estremamente tecnici, con protezioni et c.

Ma come tutti i guanti racing sono molto leggeri e flessibili, e quindi sicuramente poco protettivi contro il freddo e la pioggia.

Le protezioni sono rigide, in carbonio: quelle sul dorso non si sentono, ma quelle sulle dita effettivamente irrigidiscono un pò le articolazioni.

Nel caso mio, la pressione di una placchetta sulla nocca dell'anulare, mi dà un pò fastidio quando stringo il pugno.

C'è poi il solito problema: poichè le mani non sono mai identiche, così come il rapporto tra palmo e dita, se una guanto ti sta bene l'altro ti sta "giusto" e viceversa. Per esempio questi guanti a me stanno perfetti a sinistra e un pò stretti (sul palmo) a destra.

Di solito li prendo "meglio stretti che larghi" (al contrario di qunto si fa per i guanti "civili") perchè per me è imperativo che non siano laschi alle estremità delle dita.

Questi guanti vanno a sostituire i miei vecchi Evolution (sempre Dainese), che erano morbidissimi, forse troppo... nell'ultima scivolatina si sono strappati, ma in realtà era proprio la pelle ormai consumata.

Motociclismo / Accessori / Abbigliamento / Guanti



Ebbene sì, l'ammetto: sono un feticista in fatto di guanti !
Il bello è che il mio ideale è guidare senza guanti: il massimo della sensibilità e della libidine.
Però non si può... alla minima scivolata ci si scartavetra tutta la mano, se non peggio.
In inverno poi senza un minimo di protezione si perde immediatamente sensibilità.
I vantaggi dei guanti sono quindi innegabili.

Gli svantaggi, per quanto mi riguarda, sono:
- perdita complessiva di sensibilità (in proporzione più o meno diretta con lo spessore sulle dita)
- formicolii alle punta delle dita
- rigidità / resistenze nella chiusura del pugno
- difficoltà di interfacciamento con la giacca
- interferenza delle cuciture delle punte con le leve
- un altro aggeggio da comprare, da indossare, da sistemare...

Mi sono dato una regola: indossare il guanto "minimo" per le circostanze: questo naturalmente implica uno sterminato campionario di modelli....

La gamma più o meno è questa:
- guantino di pelle stile automobilistico: inutile e pericoloso
- guanto in gomma (praticamente inutile, salvo forse in un monsone...)
- guanto in pelle più o meno tecnico
- guanto sintetico leggero (impermeabile)
- guanto sintetico intermedio (impermeabile)
- guanto sintetico pesante (impermeabile)

I produttori poi consigliano vari tipi di sotto-guanto: in seta, in cotone, in pile...
Io in pieno inverno provo spesso ad usarli come seconda barriera, ma mi danno molto fastidio: tendono a scivolare all'interno del guanto (cosa in sè piacevole, da fermo), togliendo parecchia sensibilità.

Nel profondo Nord vanno molto le moffole, dei guanti senza dita, fissati permanentemente al manubrio. Non le ho mai provate ma devono essere caldissime. Mi lascia un pò perplesso l'idea di essere vincolato alla moto: se devo fare una manovra improvvisa ?

Ci sono poi le manopole riscaldate, che in teoria dovrebbe ridurre parecchio l'esigenza del guanto pesante: ma quest è un'altra storia....

Motociclismo / Manutenzione / Gomme - Mescolare o non mescolare...


Durante il "test K1 + K2" (vedi altro post) ho cominciato a rimuginare su quali caratteristiche deve avere una gomma in base all'utilizzo, al di là della pubblicità delle case e dei consigli (più o meno interessati) dei propri gommisti.

Non so se vi è capitato: scegliete l'ultimo modello di gomma "sport-touring" recensita dalla rivista X e andate a ordinarla al gommista; di solito vi fa "ma fatti una bella gomma morbida, quella non c'ha grip !; allora voi proponete l'ultima meraviglia morbidissima bi-mescola con silice; e lui vi fa "per carità, quelle sono per la pista, sono durissime !". Ma allora !!!?

Alla fine ho cercato di razionalizzare la cosa distinguendo tra comportamento a regime e a freddo. Evidentemente i parametri sono diversi: non è detto che una mescola, che a regime è morbida, vada necessariamente in temperatura prima di una dura (non so se può dipendere da composizione chimica, intaglio, spessori o altro), cioè l'inerzia termica della gomma e la temperatura di equilibrio sono variabili indipendenti.

Se così è però bisognerebbe riconsiderare la classica divisione Racing / Sport Touring / Touring, e tenere presenti tutte le combinazioni di questi due parametri, e cioè:
- Racing: lente e morbide (vanno scaldate preventivamente)
- Sport: veloci e dure (possono essere utilizzate presto, ma vanno stressate per mantenerle in temperatura)
- Sport Touring: veloci e morbide (vanno in temperatura a stress minori delle Sport)
- Touring: lente e dure (non vanno stressate nè al limite, nè a freddo)

Che poi questa cosa abbia un senso pratico è un altro discorso....

venerdì 21 settembre 2007

Motociclismo - Che gusto c'è ?



A volte provo ad immaginare il motociclismo visto come una attività "pura".
Togliamo l'aspetto pratico della faccenda, principalmente l'agilità nel traffico.
Togliamo il feticismo per la "bella meccanica".
Togliamo l'entusiasmo per le prestazioni (una moto di serie batte molte supercar milionarie, ma non ditelo agli automobilisti, che si sentono tanto sportivi...).
Togliamo, per gli scooter e simili, l'economicità di esercizio (assicurazione et c.)
Togliamo l'alone romantico del "cavaliere solitario".
Togliamo il ruolo di status symbol dell'ultimo modello al bar.
Cosa rimane ? Cioè, perchè ai motociclisti piace andare in moto ?
E' strano, ma pur avendo letto credo quasi tutto sull'argomento, mi sembra che questo argomento così fondamentale sia ignorato. Viene dato per scontato: Dio ha creato la moto per il godimento dei motociclisti ?

martedì 18 settembre 2007

Audio / Autocostruzione / Elettronica - Pre Passivo RCV-1


Per ottimizzare le prestazioni del mio impianto (vedi http://vincenzo-blog.blogspot.com/2007/10/audio-autocostruzione-elettronica-rcv-1.html#links), ho realizzato un semplice attenuatore (perchè altro non sono i cosidetti preamplificatori passivi) con delle schede della Dantimax.

Collegando il controllo di volume tra il DSP e il crossover, posso infatti mantenere l'ingresso del DSP fisso, in modo che lavori alla massima risoluzione di campionamento, e variare solo ingresso al crossover, che (si spera...) ha meno problemi in quanto analogico.
Nonostante l'origine semi-amatoriale (il kit nasce nei forum DIY), il progetto è piuttosto elegante: il segnale passa esclusivamente attraverso resistenze fisse grazie ad una serie di relay.
Inoltre viene mantenuta la linea bilanciata ed è possibile variare l'impedenza complessiva, che comunque rimane fissa al variare del volume.

Come "chicca" aggiuntiva ho aggiunto una scheda (sempre Dantimax) per regolare il volume con un telecomando. La scheda utilizza i codici della Philips, per cui è possibile usare un telecomando commerciale, selezionando il dispositivo da emulare (io ho utilizzato il set TV).

A questo punto posso tarare l'uscita del crossover in modo tale che il successivo convertitore Cleanbox lavori al suo guadagno ottimale.

Motociclismo / Sicurezza / Autodifesa e Galateo di guida


Il mio personalissimo e discutibilissimo decalogo di auto-regolamentazione, a cui mi attengo dopo avere rischiato la pelle numerose volte...

- Mantieni le distanze di sicurezza
Le prestazioni complessive della moto in frenata sono scarse: non parliamo di stoppies in pista, bisogna valutare i tempi di reazione, la "sfiducia" nello stato dell'asfalto, il rischio di essere tamponati et c.
E' molto difficile mantenere la consapevolezza, nelle routine quotidiana nel traffico, dei margini necessari. Tenere conto di una possibile manovra improvvisa (anche una frenata violenta) di chi ci precede non è sufficiente: in caso di tamponamento a catena l'ostacolo passa a velocità zero in una frazione di secondo. E' necessario allenarsi mentalmente a vedere chi ci precede come un muro contro cui si viaggia a piena velocità.
Non abituarsi ad affidare la propria sicurezza all'incerta disponibilità di un corridoio di fuga tra le macchine: una manovra con la moto in assetto di frenata spinta è molto difficile e rischia di portare su traiettorie di difficile valutazione (classico: il margine tra le colonne di macchine viene "invaso" da mezzi che cercano a loro volta di schivare l'ostacolo).
Mantienere sempre uno spazio di sicurezza attorno a sè (sì, anche di dietro !)
Spesso si sente parlare dei "tempi di reazione" (circa un secondo), ma in moto vanno aggiunti i "tempi di intervento": arrivare alle leve e frenare, cominciare a scalare, valutare se è preferibile trovare una via di scampo o rischiare il bloccaggio, dare un'occhiata agli specchietti... non è come dare un "pestone" su una macchina con l'ABS (tanto paga chi tampona...) !

- Guida in base a quello che effettivamente vedi, ma sopratutto a quello che NON vedi.
La maggior parte degli incidenti in moto avviene agli incroci o in curva.
Smettere di pensare "mi è sbucato improvvisamente di lato" (come io ho fatto per lungo tempo), bisogna abituarsi mentalmente a considerare questa ipotesi , COME UN FATTO NORMALE E POSSIBILISSIMO.
Non fidarsi del semaforo verde.
Abituarsi a pensare "vedo strada libera", NON "non vedo pericoli": i pericoli sono tali proprio perchè non si vedono (classico: curva cieca).
Se si guida con questa consapevolezza, ci si accorge che i limiti di velocità non sono così assurdi come sembrano.

- Non sorpassare
Il sorpasso è, di per sè, una manovra rischiosa.
Diminuisce la propria visibilità da parte degli altri, oltre al proprio campo visivo. Diminuisce le distanze di sicurezza e il margine sulle traiettorie. Avvicina al traffico più pericoloso (quello in senso contrario) e all'imbocco degli incroci.
Vale la pena di sorpassare solo:
a) macchine FERME (coda) tentendo presente che anche macchine "quasi ferme" possono in una frazione di secondo uscire dalla colonna, oppure
b) macchine in movimento oltre la quale si è sicuri (visivamente) che esista strada libera (da macchine, curve e incroci) per almeno un centinaio di metri.
Valutare sempre il rapporto rischio / benefici: se in sorpasso si passa da 80 Km/h a 120 per brevi tratti, il guadagno di tempo è irrisorio sui normali percorsi.

- Sii visibile
Non è solo questione di abbigliamento vistoso, luci accese, lampeggiatore SEMPRE et c.
Bisogna sforzarsi di essere "visibili" anche quando non lo si è, con una guida lineare, decisa, prevedibile, in modo che gli altri sappiano con precisione dove si è quando stanno guardando da un'altra parte (classico: l'automobilista che sorpassa pensando che il motociclista, a sua volta in sorpasso, vada molto più piano di quanto immagina).

- Non approfittartene
Poter fare cose che sono negate agli automobilisti, non vuol dire automaticamente averne diritto.
Una fila è sempre una fila, al cinema come per strada. Se non si ha la certezza di essere ininfluente sul traffico altrui, astenersi da "svicolamenti" vari (esempio classico: i motociclisti che passano avanti alle code in autostrada).
Le possibilità di manovra sono dei privilegi "extra": se non ne puoi godere (la classica macchina bloccata in corsia di emergenza) non prendertela.

- Sii consapevole del rischio
La verità è che una manovra pericolosa può essere ripetuta numerose volte senza conseguenze. Questo porta, a volte in modo inconsapevole, ad una scarsa percezione del rischio e ad una assuefazione pericolosa.
SOPRATUTTO CONVINCERSI DEL FATTO CHE IL 99% DEI MOTOCICLISTI GUIDA IN MODO PERICOLOSO per se e per gli altri, in modo da non seguire l'esempio per emulazione o semplice automatismo.
Abituarsi subito a evitare queste manovre, anche quando si è "in palla" alla massima concetrazione, in modo che diventi automatico quando si è stanchi, deconcentrati, quando le condizioni cambiano rapidamente (pioggia, buio) o quando semplicemente si è euforici per quella nuova curva appena asfaltata...
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- Sii consapevole dei tuo limiti
Fermo restando i "paletti" auto-imposti di cui sopra, aumentare ulteriormente i margini in condizioni non ottimali. Abituarsi a farsi "l'esame di coscienza" ogni volta che si sale in moto: si è bevuto ? si ha sonno ? si è stanchi ? si è distratti ? quanti anni si ha ? come sono i propri riflessi ? la propria vista ?
In moto è più difficile essere onesti con se stessi, perchè non è un semplice mezzo di spostamento, entra in ballo la passione, l'irrazionale, il machismo, la competizione, l'aggressività et c.

- Riduci il rischio
Le possibilità di manovra sono infinite: scegliere sempre quella che offre più possibilità di errore, di ripensamento, di fuga. MAI scegliere una traiettoria obbligata (classico: rientro dal sorpasso "appiccicato" dietro un mezzo che sta a sua volta sorpassando).
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- Ignora i cartelli di velocità
Una multa in autostrada non ti manda in rovina, mentre affrontare una curva cieca a 50 può essere molto pericoloso. In un paese normale i cartelli servirebbero a preavvertire di un pericolo (per sè o per altri): in Italia sembrano messi un pò a casaccio in base a criteri più che altro "amministrativi", e non c'è assolutamente da fidarsi.
Mantenere sempre una velocità tale da potersi effettivamente fermarsi all'interno degli spazi disponibili in base a riferimenti visivi sicuri.
.
- Non sono solo affari tuoi
Ognuno la propria vita se gioca come meglio crede... in pista.
Le statistiche dicono (sembra incredibile) che i danni provocati da moto sono in crescita, specialmente pedoni investiti da scooter.
Nonostante i rischi più gravi li corrano i motociclisti, non creare situazioni di pericolo per gli altri, sopratutto se sono motociclisti come te !.

Motociclismo / Sicurezza

I post relativi a questa etichetta riguardano la sicurezza stradale in moto.

lunedì 17 settembre 2007

Audio / Autocostruzione / Diffusori / QNPS-1 - Il posizionamento


Nonostante le ridotte dimensioni della camera (un tinello con angolo cottura) ho cercato di sfruttarne la forma allungata e irregolare (una specie di L) per evitare onde stazionarie e lasciare il maggior spazio possibile attorno ai dipoli.
Li ho quindi piazzati in corrispondenza di un piccolo muretto divisorio, sotto un trave.
L'idea, piuttosto velleitaria, era quella di disaccoppiare il più possibile il fronte anteriore da quello posteriore.
L'ipotesi che la vicinanza del woofer inferiore al muretto e al pavimento influenzi la risposta in basso sembrerebbe confermata dallo scarso roll-off.

venerdì 14 settembre 2007

Informatica / Software / Vista Embedded


Periodicamente Microsoft annuncia un sistema operativo "modulare e interamente scalabile in tempo reale": è successo con NT, poi con W2K, poi con il 2003... Alla fine esce sempre la versione Home, la versione Pro, la versione Server, la versione Terminal e... la versione Embedded.
L'ultima è Vista Embedded, che dilaga sulla piattaforma UMPC, dopo che Microsoft ha fallito nell'imporre XP Embedded... (e prima ancora CE embedded).
Da quando Microsoft ha (in pratica) abbandonato CE, non si capisce più cosa intende con "embedded": a parte l'ovvio riferimento a (parte) del sw in firmware, e al fatto che le versioni sono "dedicate", tutto quello che normalmente si associa alla architettura palmare è assente.
Il sistema dipende da un disco, ha un boot convenzionale (come al solito lentissimo) e consuma in modo spaventoso.
Il sistema è talmente mastodontico (per un handheld) che HTC si è permessa di utilizzare sullo Shift una istanza completa di WM come semplice dispositivo di comunicazione... (!).

Audio / Music / Progressive / Anekdoten - Tour 2007 !

Gli Anekdoten stanno preparando un tour invernale in Europa.
Con un post sul loro forum hanno chiesto di spargere la voce per eventuali locali che fossero interessati:

"Ok so here's the thing:Anekdoten and Alamaailman Vasarat are going on a 2 week European tour in December. They'd like a litle help with suggestions as to places to play, and contact details for suggested places. Approximately 6 gigs have already been set up, but now's basically the time you get to shout out where you think they should play and where it should be. Get the word out for the people who don't frequent this board. Suggestions can eitherbe posted here or emailed to the band: anekdoten@anekdoten.seAny and all suggestions welcome."

Non potevo esimermi....

mercoledì 12 settembre 2007

Audio / Musica / Radio / Radio Rock - MarGus licenziato da Radio Rock ?


Con una lettera aperta sul suo blog, che vorrebbe suonare poco polemica, ma che spiega poco o nulla, il popolare conduttore dei programmi mattutini di Radio Rock interrompe bruscamente la lunga collaborazione con la radio.
Ho provato a scrivergli chiedendo qualche dettaglio, ma immagino non possa rispondere a tutti.
Nel frattempo da Radio Rock fanno intendere che le motivazioni del "divorzio" poco c'entrino con lo "stallo degli ascolti".
Ammetto di essere dispiaciuto del modo con cui la cosa si è svolta (gli ascoltatori certo non se lo aspettavano) e sono anche curioso di capire cosa diavolo è successo...

Audio / Elettronica / Marantz PM7200


Dopo una serie di amplificatori autocostruiti e altri più o meno "taroccati", un giorno decisi di "mettere la testa a posto" e passare ad un amplificatore commerciale, ma di qualità decente.
Nonostante le apparenze, tolta la moltitudine di "integrati", "sistemi completi", "home theater", "classe D" ed esclusi i cosidetti (e costosissimi) amplificatori "high-end", non è che ci fosse poi molta scelta.
Le mie esigenze erano un pò conflittuali: da una parte avevo bisogno di una buona riserva di potenza per pilotare con due canali gli inefficentissimi dipoli, dall'altra mi stavo orientatando verso la multi-amplificazione, nel qual caso avrei potuto in futuro sfruttare anche un finale "minimale" per i soli tweeter.
Inoltre, sempre in vista della multi-amplificazione, mi serviva un qualche sistema di controllo che gestisse tutto l'armamentario senza far venire l'elettricista ogni volta che si voleva accendere l'impianto.
Alla fine mi orientai verso il Marantz PM7200, uno stereo che in classe AB eroga 155 W su 4 ohm, ma che (credo unico nel genere) può lavorare in classe A a 30 W.
L'adozione dello "standard" Marantz nel bus di controllo è stata una scelta sofferta, perchè, a meno di farsene uno ad hoc, questo vincolava i futuri sviluppi (e di fatto alla fine presi radio e CD sempre Marantz...). Naturalmente i costruttori lo sanno e si guardano bene da raggiungere un vero standard !
Comunque è decisamente comodo: con un singolo telecomando si controllano tutti gli apparati, e sopratutto si accende tutto quello che è collegato alle prese controllate.
Il pre è ingegnerizzato bene, perchè ha un tasto direct, che bypassa tutti i controlli, ed è separabile dal finale grazie alle prese intermedie per il DSP.
L'unico difetto (peraltro comune a tutti gli ampli di questo tipo) è il forte calore che emana in classe A. Marantz si spertica a dire che è normale, ma io non ho saputo fare a meno di aggiungere una ventola silenziolissima (della Noctua) per "resistere" all'estate romana...
Quanto alle qualità "soniche" ammetto di non saperle valutare. Sicuramente sono all'altezza dei miei dipoli autocostruiti, ma per questo ci vuole poco....

martedì 11 settembre 2007

Motociclismo / Manutenzione / Gomme / Metzler Racetec


Ho cambiato le gomme !
Dopo l'ottima riuscita delle Metzler Racetec K1 (ant.) e K2 (post.) ho dovuto ricredermi su queste nuove gomme in mescola "stradali".
Invece dei paventati "3000, massimo 4000", dei vari forum, sono riuscito a farci 9000 Km.
Le K2 erano probabilmente al twi (0,9 mm) al centro, mentre di lato avevano forse un millimetro di più. Le K1 circa 1 mm sul twi, costante dal centro al bordo (tranne la spalla estrema che io... frequento poco !)
Devo dire che sono impressionato, più che per il chilometraggio per il consumo estremamente regolare dell'anteriore.
A questo punto l'idea di ritornare a delle sport touring (Michelin 2CT) non ha più molto senso.
Certo, non ci sono andato in pista, e la mia guida è MOLTO tranquilla però...
Visto che il più critico si è dimostrato il posteriore stavolta ho montato il K3, un nuovo modello meno sportivo. Il profilo e il battistrada sembrano identici, ma credo che la carcassa sia più pesante e robusta.
Vedremo se riesco a battere il record dei 12.000 Km (due tagliandi SV) !

Audio / Autocostruzione / Diffusori / QNPS-1 - L'ascolto


Dice il detto "Ogni scarrafone è bello a mamma sua"...
Naturalmente a me sembra già eccezionale che suoni... bene, per quello che posso capire io.
Sicuramente l'obiettivo primario è stato raggiunto: il suono sembra provenire da "dietro" i diffusori e la prospettiva sonora è convincente.
Un effetto corollario del dipolo è che suona bene sia davanti che di dietro, al contrario dei una "cassa": questo è per me un bel vantaggio: posso sentire (bene) la musica sul divano o a tavola.
Non tutti sono infatti così fortunati da disporre di una sala di ascolto...
Che poi a me il suono sembri "arioso" e "naturale", rientra nel campo della sensibilità individuale, dell'esperienza e naturalmente della suggestione...
Gli unici confronti, più o meno casuali, li ho fatti con delle Indiana Line, a due e a tre vie. Personalmente non farei cambio neanche se mi pagassero.

Audio / Autocostruzione / Diffusori / QNPS-1 - La taratura


Per tarare il tutto ho utilizzato l'RTA incorporato nel DSP.
Una volta immesso rumore rosa, ho regolato grossolanamente il guadagno dei tre canali. Il resto lo fa automaticamente il DSP, tarando l'equalizzatore grafico di conseguenza.
L'idea era di sostituire questa taratura, una volta capito la risposta del tutto, con dei filtri parametrici (sempre disponibili sul DSP) correlati alle caratteristiche del dipolo, sopratutto con riguardo al roll-off del woofer, che temevo richiedesse un filtro ad hoc.
In realtà nell'ambiente di istallazione la risposta è piuttosto lineare e le correzioni apportate dal DSP non sembrano avere una logica "da dipolo", e sono ben all'interno del margine di guadagno possibile.
La spiegazione che per il momento mi dò è che il rinforzo dei bassi dovuto alla vicinanza del pavimento al woofer inferiore, sommata alla modifica del Qt dovuta ai cavi molto lunghi, in qualche modo compensano il roll-off. Naturalmente, specialmente a queste frequenze, tutto è molto ipotetico. Servirebbero ben altre attrezzature e, sopratutto, competenze.

Audio / Autocostruzione / Diffusori / QNPS-1 - La costruzione

La tentazione di cominciare la costruzione prima dell'arrivo di tutti i componenti è stata molto forte, perchè la raccolta della documentazione e i tempi delle spedizioni (disponibilità et c.) sono stati lunghissimi.
Alla fine sono arrivato al compromesso di testare i pannelli centrali (con mid-range e tweeter) in attesa del resto, e per lungo tempo due quadri high-tech di lexan hanno dondolato nel salotto appesi al soffitto..
L'assemblaggio del pannello centrale è stato un pò delicato: prima di tutto perchè il Lexan basta guardarlo e si riga (e io l'ho guardato, quanto l'ho guardato...); poi perchè mi sono incaponito a montare i coperchietti che BG fornisce per il montaggio a raso sia davanti che di dietro, il che comporta la gestione "micrometrica" dello spessore del pannello...
Finalmente sono andato a tagliare i pannelli di rovere e ho cominciato l'assemblaggio definitivo.
Inizialmente avrei dovuto cominciare praticando delle fresature per l'inserimento dei tubi: in raptus di taccagneria ho deciso che non era il caso di comprare la fresa solo per questo progetto: come sempre mi capita in merito agli attrezzi, mi sono molte volte pentito di questa scelta...
Ho quindi praticato i buchi dei woofer sui relativi pannelli, usando il seghetto a 45° per svasare l'uscita anteriore; ho poi semplicemente incollato i tubi, precedentemente verniciati con spray acrilica.
Poi ho incollato con epossidica i pannelli dei woofer alle alette ed alle basette (inferiori e superiori).
A questo punto non restava che montare il pannello centrale, incastrato tra due piccole cornici anteriore e posteriore, ed istallare morsetti e cablaggio.

Audio / Autocostruzione / Diffusori / QNPS-1 - I materiali


















































Una volta deciso il progetto di massima, mi sono scontrato con il problema del reperimento del materiale: in pratica l'Italia è un deserto. I componenti effettivamente disponibili sono di bassa qualità, e il resto va importato ad-hoc con ricarichi (a giudicare dai prezzi on-line) semplicemente scandalosi. Si trova più o meno quello che si trovava negli anni settanta (e spesso sono proprio gli stessi "fondi di magazzino" !): Ciare, RCF...
Per fortuna esiste Internet, e dopo aver raggiunto un doloroso compromesso tra finanza e audiofilia ho ordinato gli altoparlanti.

Woofer: scartati i 15" per il puro costo del trasporto (al chilo !) mi sono orientato sugli "storici" 12" Peerless; sulla carta gli XLS12 hanno caratteristiche fenomenali, ma a conti fatti gli SLS costano parecchio di meno e differiscono principalmente per la Xmax (8 mm invece che 12,5), che nel mio caso non dovevo (per progetto) neanche avvicinare.

Mid-range: esiste una quantità sterminata di mid-range, con tecnologie e curve di risposta pressochè infinita. Alla fine mi sono orientato precauzionalmente su un full range (che peraltro mi ha permesso di fare una serie di test preliminari durante la costruzione): il Tang Band W4-1337S, un 4" che sulla carta è molto lineare da 200 a 10 KHz

Tweeter: qui ho voluto nuovamente "sperimentare" un pò: di solito gli audiofili duri e puri storcono il naso a mescolare tecnologie diverse per timore di colorazioni timbriche non omogenee. Io da un pò seguivo l'evoluzione dei ribbon, e mi sembrava che semplicemente non ci fossero paragoni, almeno sulle alte frequenze. Ho selezionato quindi il Bohlender-Graebener Neo3PDR, un trasduttore eccellente e di facile pilotaggio. Per una volta, poi, il trasduttore era corredato di misure precise, tra cui le curve in geometria a dipolo, nella quale eccelle per estensione e linearità (il Neo viene venduto con una conchiglia fonoassorbente posteriore: basta rimuoverla).

Per l'elaborazione del segnale, non volendo aggiungere ulteriori incognite, mi sono subito rivolto al digitale. Prima di tutto perchè difficilmente, nonostante tutte le obiezioni audiofile, sarebbe stato (per me) possibile superarne le qualità in analogico; poi perchè è immensamente più semplice fare prove, tarature, modifiche et c.
Parlo dell'elettronica perchè, non potendo fare tarature professionali (e i relativi circuiti dedicati), in pratica questa diventa parte integrante dei diffusori, che non potrebbero essere pilotati da un normale stereo.
Esistono nel campo apparecchiature cosidette high-end a prezzi semplicemente spaventosi: per fortuna il mio orecchio non è in grado di notare differenze così fini. Inoltre collegare simili divinità a un paio di rozzi dipoli autocostruti mi sembrava un pò sacrilego...
Esiste poi un'altro mondo, snobbato dagli audiofili, quello dell'audio professionale: non parlo delle attrezzature PA "da battaglia" ma di quella da studio: i prezzi sono molto abbordabili.
Alla fine ho preso un DSP (Behringer DEQ2496) molto flessibile con tanto di Real Time Analyzer, ed un crossover digitale (Behringer CX3400).
La mia preoccupazione principale era quella di recuperare il roll-off alle basse frequenze tipico dei woofer a dipolo, e il DSP consentiva una variazione di solo (!) +/-15 dB.

Per la parte stutturale ho utilizzato i ripiani da cucina di IKEA (!): dell'ottimo lamellare di rovere da 38 mm, perfettamente stabilizzato e lucidato. Il pannello centrale in Lexan pone il problema dei fori (che sarebbero rimasti in vista) per gli altoparlanti, e ho dovuto farmeli consegnare già bucati.

Per i cavi, ho scoperto che ci sono signori che riescono a vendere il rame in modo molto... creativo (e a prezzi assurdi) ! Per fortuna su TNT ho trovato un pò di esperienze sull'uso dei cavi di rete (FFRC), e mi sono limitato ad usarne uno per via, ma di buona qualità (CAT6 solid core).

La cosa in assoluto più difficile è stato reperire dei tubi di materiale inerte del diametro sufficiente a contenere i woofer. Dopo aver scartato una quantità di soluzioni per una ragione o per l'altra, decisi che l'unica possibilità erano i tubi... da fogna (PVC 400 mm) !
Erano lunghi, robusti (6 mm), inerti e... introvabili ! Il problema è che solo i grandi cantieri usano quei tubi e non li troverete nel deposito sotto casa.
Dopo molte ricerche, su indicazione di un costruttore li ho trovati a casa del diavolo: mi sono guardato bene dal dire all'operaio a quale fine mi servivano...

lunedì 10 settembre 2007

Audio / Autocostruzione / Diffusori / QNPS-1 - Il progetto

Dopo moltissimi "ascolti" in negozi, fiere e una quantità sconsiderata di "surfing" in rete, alla ricerca dei miei "diffusori ideali" ho capito che, al di là delle proprietà "soniche" dei diffusori, quello che veramente mi colpiva era quello che gli iniziati chiamano "immagine" o "presenza".
La capacità cioè di ricreare una prospettiva sonora realistica dei vari strumenti, così come registrati alla fonte (o ricreata con i computer... ma questo è un'altro discorso).
Da questo punto di vista ci sono diffusori con una risposta in frequenza discutibile (come i Magnepan di fascia bassa per esempio), che hanno una resa incredibile: e nella mia limitata esperienza sono tutti dipoli. Mentre ci sono diffusori assolutamente lineari e "cristallini" in camera anecoide (a leggere le riviste...), che danno delle cocenti delusioni in un ambiente normale.
Inutile dire che i (pochi) modelli che soddisfavano le mie specifiche erano o costosissimi, o non disponibili (ordinai due volte delle Magnepan, con tanto di anticipo, senza riuscire a procurarmele).
Da questa situazione è nata l'idea di autocostruire dei diffusori, con due condizioni fondamentali:
- dovevano essere dei dipoli (per mio soggettivo "gusto" personale)
- dovevano evitare la fastidiosa sensazione che il suono venisse dall'altoparlante, e non dalla "prospettiva" di cui sopra.
Qui interviene il buon Renato Giussani, veterano e guru della comunità audiofila. Giussani, tra mille altre considerazioni, propugna il Natural Perspective System, che parte dall'assunto che per approssimare l'ascolto di un'onda di una lunghezza il relativo trasduttore deve avere una dimensione paragonabile. Per fare questo Giussani realizza una serie di diffusori multi-via in cui ogni banda viene riprodotta da coppie di altoparlanti posti a distanze pari alla dimensione verticale della sorgente acustica. Questo naturalmente porta alle basse frequenze a dimensioni "colossali" dei diffusori. Inoltre per approssimare l'intera banda audio sono necessarie numerose vie, e più sono le vie più si complica la gestione dei relativi incroci...
Per fare un pò di esperienza ho provato quindi a realizzare dei semplici dipoli, con questi vincoli di progetto:

- a tre vie, perchè andando oltre aumentava troppo i costi e la complessità di realizzazione
- un singolo tweeter, approssimando tutte le frequenza alte ad una lunghezza d'onda paragonabile al trasduttore, e tentendo conto della relativa elevata direzionalità
- due mid-range a metà circa della banda
- due woofer alla massima distanza permessa dalla moglie...

Ovviamente con queste limitazioni la filosofia NPS va a farsi benedire... diciamo che è più che altro un omaggio alla filosofia NPS, da cui il nome QNPS (quasi NPS...).
Però il progetto mi dava la possibilità di giocare con una grande quantità di parametri da tenere sotto controllo, e la cosa mi affascinava.

Il tweeter (visto la direttività) andava posizionato in modo obbligato: decisi per un metro dal pavimento.
Per i woofer tutto quello che potevo fare era allontanarli al massimo il che portava a tagliare in basso a circa 180 Hz, confidando nel fatto che le frequenze più basse sarebbero state in ogni caso di difficile "localizzazione". Questo avrebbe diviso il range della voce tra woofer e mid-range, ma era il prezzo da pagare per delle dimensioni WAF compatibili... (WAF= Wife Acceptance Factor)
Rimaneva da decidere la distanza tra i mid-range. L'intenzione era mantenere i toni fondamentali il più possibile all'interno della banda mid-range. A parte il pianoforte e il flauto gli stumenti "classici" non superano i 1800 Hz, e alla fine mi decisi per tagliare a 180 e 1800 Hz (una decade).
Vista l'estensione anomala (per un NPS) della singola banda centrale decisi di calcolare la media geometrica tra questi estremi, 570 Hz o circa 0,6 m.

Rimanevano alcuni problemi:
- come realizzare i woofer mantenendo l'architettura a dipolo ? Il classico "pannello" ripiegato sarebbe stato enorme
- come integrare le tre vie in una costruzione "realizzabile" ?
- come risolvere l'ultimo diktat della moglie: "non deve togliere luce alla stanza" ?

Per quanto riguarda i woofer trovai la risposta sul sito di un'altro guru: Siegfried Linkwitz. Linkwitz si interessa da sempre di dipoli (ne vende anche in kit), e da lui presi l'idea di realizzare un woofer H-frame: con una profondità di circa 50 cm potevo riprodurre frequenze fino a circa 300 Hz, teoricamente senza incorrere in risonanze o altri effetti indesiderati (risposta "a pettine") e con potenze ragionevoli.
Quello che non mi piaceva era l'idea della "scatola" dei woofer, che avrei dovuto duplicare in alto, con un immediato effetto "cucù"...
Decisi di "osare" un pò, e, considerato che alla fin fine sempre di una linea di trasmissione si tratta, decisi di costruire la struttura non con un parallelepipedo ma con un tubo.

Per quanto riguarda la struttura decisi di usare le alette del dipolo come elementi strutturali di sostegno verticale: questo vincolava ovviamente la larghezza del dipolo ad (almeno) la larghezza dei tubi: considerati i vincoli WAF di cui sopra e le alette decisi per una larghezza complessiva di circa 0,73 m, o 1 m "virtuale" (effetto specchio), corrispondente ad una frequenza di taglio di 170 Hz. Naturalmente la dimensione del pannello in verticale non era critica.

Per quanto riguarda la "imponenza visiva" e la perdita di luce, mi gingillai a lungo con l'idea di un dipolo interamente in Lexan (o in vetro ! ci sono dei pazzi che lo fanno...), ma alla fine ripiegai su un compromesso finanziariamente "onorevole": pannello centrale in Lexan e struttura in legno.

C'era poi il problema di come minimizzare gli effetti di diffrazione agli spigoli: il problema, vista la larghezza relativa del pannello, non si poneva per il tweeter, ma in effetti il mid-range poteva risentirne. Sfortunatamente i profilati stondati in legno di un raggio accettabile (almeno un ottavo della frequenza) sono introvabili, e alla fine non potei che consolarmi ripetendo il "motto" Linkwitz: "Much is hypothesized, little is proven and much is overrated when it comes to diffraction"...

Audio / Autocostruzione / Elettronica


Ho sempre "trafficato" con l'elettronica, più che altro con progettini audio (qualcosina sui 14 MHz).
Prima con i mitici kit di Nuova Elettronica, poi ho cominciato a giocare con gli operazionali per conto mio.
Quando dalle prime PAL si è passato a integrati sempre più sofisticati (e sempre più dedicati) ho cominciato un pò a disamorarmi: alla fine si riduceva tutto ad adattare chip già belli e pronti in base alle application note.
L'avvento dei microprocessori, poi, mi ha fatto abbandonare ogni velleità: a quel punto era molto più interessante cominciare un pò di programmazione (assembly) sui primi PC: chissà, magari in un lontanissimo futuro sarebbero venuti fuori dei DSP a microprocessore...
Adesso che (altro che DSP !) persino le lavatrici si programmano in Java, sto riscoprendo il gusto del piccolo kit specializzato, che fa tutto da solo all'accensione e non ha bisogno di una presa di rete... naturalmente l'integratino ci scappa sempre, però l'analisi di questi semplici circuiti è un sollievo rispetto alla complessità (ed alla instabilità...) dell'attuale software.
Paradossalmente questo piccolo hobby è diventato sempre più difficile da "rifornire": come per l'hi-fi, il mercato del fai-da-te è praticamente scomparso. I negozi di elettronica si sono messi a vendere telefonini, o, nella migliore delle ipotesi schede per i prodotti più di moda...
E' vero che adesso con Internet, scava scava, il componente prima o poi lo trovi, ma essendo spesso di scarsissimo valore è veramente problematico da ordinare (minimi di acquisto, spese di spedizione, dogana...).
Nei forum specializatti ormai è d'uso fare dei gruppi di acquisto, ma di solito sono comunità in grado di scambiarsi il materiale direttamente, o tramite gli economici corrieri americani (l'opzione "free shipping" è SEMPRE riservata alle spedizioni domestiche statunitensi...).
Adesso le cose stanno cambiando, e in Europa è possibile reperire qualcosa, ma i prezzi sono sempre un pò più alti che in america.

martedì 4 settembre 2007

Anekdoten: Easy Money (King Crimson)

Un video significativo, cortesia di FuzzDodue.

Dopo aver avviato il videoclip, cliccando su menu si accede agli altri video YouTube.

Guarda caso YouTube li associa ai King Crimson... andatevi a sentire gli originali !!!

Anekdoten: Karelia 1999 in Wurzburg

Un video significativo, cortesia di FuzzDodue.

Dopo aver avviato il videoclip, cliccando su menu si accede agli altri video YouTube.

Guarda caso YouTube li associa ai King Crimson...

Audio / Musica / Progressive / Anekdoten


Un gruppo svedese estremamente interessante.
Li conobbi in occasione di un concerto a Roma, dove suonarono cover King Crimson; certamente fra i pochi che se lo possano permettere !
Col tempo hanno sviluppato uno stile molto personale, evitando di perdersi in derive neoprog...
Nelle Ricerche predefinite trovate sotto Anekdoten il materiale disponibile nel live web.

lunedì 3 settembre 2007

Nautica / Vela


Per me la nautica (intesa come marina non commerciale) ha sempre avuto senso per la sola vela.
Che ragione c'è di andare per mare se non per il gusto di "vivere" il mare ?
Se devo andare dal porto A al porto B, posso prendere una nave, o meglio ancora un aereo, ormai.
Che senso ha avere un motoscafo che fa 30 nodi ? Puoi arrivare in giornata dove io con la mia barchetta arrivo in una settimana: e allora ? ma che ci vai a fare ?
Il mare è uguale ovunque, e basta fermarsi nella prima caletta per sentirsi grandi esploratori e gridare "terraaa"...
Le risposte tipiche del "motoscafaro" (come ironicamente li chiamano i velisti) sono: "così arrivo in porto prima degli altri e trovo un posto libero", "se viene brutto tempo arrivo subito in porto"...
Sarà un caso, ma non ho finora incontro uno (dico uno) di loro che apprezzi il mare e la cultura marina: sono tutti presi dall'ultimo gadget, poi scopri che comprano le redancie in inox perchè non sanno fare un gassa...
Per chi non lo sapesse la vela è distinta in due grandi tribù, tra le quali vige uno stato di tregua armata: quella dei diportisti e quella dei regatanti.
Io appartengo alla prima, quindi non sono molto imparziale nei confronti dei regatanti: mi piace vedere le barche tirate al massimo delle loro possibilità, ma non mi piace la barca progettata appositamente per andare veloce.
C'è poi un fatto culturale: diportisti si nasce e si muore (sognando Capo Horn), mentre la vela agonistica di solito viene vissuta per pochi anni, e a volte senza una vera passione per la cultura marina: come uno sport, appunto, che usa un attrezzo particolare, la barca a vela.
Esiste naturalmente l'altra faccia della medaglia (che il diportista tende ad ignorare): i regatanti vanno a vela "davvero": d'estate e d'inverno, con il motore sigillato, facendo manovre impeccabili in spazi ristretti. I diportisti passano molto più tempo in manutenzione e "uscitine" che non in crociera.
E' anche vero che il diportista di solito la barca se la compra (e se la mantiene...) mentre il regatante sale sulla barca, spesso nuova di zecca per gli ultimi regolamenti, solo se è stata messa (da qualcun'altro...) perfettamente a punto e pronta a mollare gli ormeggi...

Volo

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Audio


Audio... può voler dire tutto e niente !
Però, a parte pochi ingegneri psicoacustici (!), per la maggior parte dei mortali audio vuol dire musica, e la musica va inventata, suonata, registrata, riprodotta...
Sotto questo argomento (provo a) inserire, insieme ad altre etichette, tutte le mie chiacchere che hanno a che fare con l'audio, l'audiofilia, la musica...
Se a qualcuno viene in mente qualche argomento audio talmente generico e esoterico da non rientrare in quanto sopra... può postare commenti qui !

Motociclismo

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Audio / Musica


Ahhh... la musica !
Che cosa strana, la musica. I secoli passano, abbiamo scoperto che si tratta di una semplice vibrazione, niente di più di un pò d'aria che va avanti e indietro, eppure la musica continua a darci emozioni potenti, a condizionare il nostro umore, a farci sognare ad occhia aperti...
Abbiamo imparato che la struttura che c'è dietro ha una logica che può essere quasi "matematica", eppure ci emoziona una fuga sofisticata come un rock&roll sfrenato.
E' una sensibilità innata, animale ? Si è scritto fiumi di inchiostro sull'argomento.
E' certo che almeno i primati reagiscono alla musica e hanno i loro gusti.
Però sicuramente quello che noi intendiamo con musica è fondamentalmente una sensibilità di tipo culturale.
Una musica va "capita" e chi è "esperto" di una certa musica fatica a godere di una musica diversa. Chiaramente non è solo un fatto innato, anche se probabilmente il fatto di utilizzare lo stesso "mezzo" che usavamo nella savana per scappare da un pericolo, o riconoscere un genitore, ce lo fa vivere in modo più viscerale.
Che poi, a pensarci bene, è quello che succede per tutte le "arti"...
Però... si dice che i musicisti godano del semplice (per modo di dire...) aspetto formale della musica, anche solo leggendo una partitura, un pò come posso immagino un matematico apprezzare un teorema particolamente elegante.
Di solito penso che, per l'ascoltatore medio, senza una formazione specifica, questo sia impossibile, però a volte mi accorgo di preferire un pezzo ad un altro non per una specifica sonorità, ma per una particolare, originale soluzione, anche nella musica "primitiva" che ascolto normalmente.
Inoltre è indiscutibile che, con l'ascolto della musica, la maggior parte delle persone si indirizzino verso musica che, dal punto di vista formale, è via via più complessa.
E questo non può essere un caso.

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Audio / Musica / Progressive Rock

Audio / Autocostruzione


Perchè autocostruire ? Siamo stati inondati dagli anni '60 da prodotti audio sempre più sofisticati: che senso ha re-inventare ancora la ruota ?
Questo è il tipico commento dell'amico che cerca di redimere l'invasato autocostruttore....
In realtà l'ascolto (l'Ascolto) della musica è un fatto piuttosto elitario, e la moda "HiFi" '60 / '70 non ha fatto altro che mascherare questa semplice verità. Passata la moda la gente ha continuato ad ascoltare distrattamente la musica, che fosse con il "transistor", con i Bose, con l'autoradio "megabass" o con l'MP3 (mode, mode, mode...).
L'autocostruzione, da fatto esoterico e sperimentale, è diventato di colpo una necessità: provate a chiedere in una delle megacatene "multimediali" un paio di casse "senza" amplificatore, vi ridono dietro !
Semplicemente: se non si vogliono spendere fortune con i diffusori che si vedono ormai solo nelle poche superstiti riviste "high-end", bisogna rassegnarsi a rovistare nell'usato, o... autocostruire !
Diversa è la situazione per l'elettronica, dove, a parte i soliti puristi delle valvole, del vinile, del digitale, della retroazione zero... è difficile (anche se senz'altro possibile... a caro prezzo) superare le prestazioni di un moderno impianto audio.

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Audio / Autocostruzione / Diffusori / Dipoli


Uno dei diffusori più semplici sia concettualmente che da un punto di vista costruttivo è il dipolo: uno o più altoparlanti montati su un pannello opportunamente dimensionato.
Il dipolo dovrebbe diffondere un campo ad "otto" con onde di pressione uguali, ma di segno opposto, davanti e dietro.
Il dipolo mi incuriosisce da lungo tempo, e tutte le volte che ho avuto l'occasione di ascoltarne uno, mi ha sempre comunicato un senso di "pulizia" e trasparenza nel suono.
Gusti a parte, non sono tutte rose e fiori (altrimenti non sarebbero una sparutissima nicchia...): il dipolo è spaventosamente inefficente, e molto critico da posizionare (proprio per la doppia emissione).
Al contrario del 99% dei modelli commerciali (bass reflex in testa), non ha una cassa di risonanza e disperde il suono su un angolo molto ampio; inoltre, per quanto ottimizzato, buona parte delle onde di pressione anteriore e posteriore si annullano a vicenda invece di propagarsi.
Come se non bastasse, gli altoparlanti dinamici convenzionali sono quasi tutti progettati per funzionare in un ambiente pressurizzato, e sebbene, con le dovute cautele, sia possibile usarli "open baffle", è molto difficile trovere delle specifiche attendibili.
In compenso la qualità del suono dipende in buona parte dalle caratteristiche "pure" dei trasduttori, e questo è un vantaggio enorme per l'hobbista che non ha modo di valutare con precisione l'interazione con "la cassa".